Costruire in bioedilizia vuol dire migliorare le condizioni di vivibilità, rispettare l’ambiente, operare con materiali di origine naturale.
Non ci sorprenderemo quindi se uno di questi è la cara vecchia lana pecora, ricchissima di qualità, che proprio con la bioedilizia ha scoperto una nuova vita dopo un periodo di declino.
Fino a trent’anni fa la lana ottenuta dalle pecore da latte era particolarmente ricercata. Non era adatta alla filatura, ma grazie alla particolare resistenza della fibra era utilizzata per materassi, cuscini e tappeti.
Tutto iniziò a cambiare con l’avvento di tessuti sintetici, di lattice e di memory foam. La lana pecora perse quelle occasioni di utilizzo e il prezzo finì con il precipitare drasticamente.
Il tempo però le ha restituito nuovamente centralità, questa volta in un settore particolare, come quello della bioedilizia.
La lana pecora infatti ha delle qualità perfette per il settore delle costruzioni. È un isolante termico ed acustico, isola da campi elettromagnetici, è ignifuga ed atossica.
È durevole e in più è una risorsa rinnovabile.
Oggi è una delle risorse più importanti e più economiche della bioedilizia. Dopo un attento lavoro di cernita, stagionatura, lavaggio ed asciugatura la lana pecora può essere utilizzata per costruire dei pannelli isolanti termico-acustici in grado di ottimizzare l’efficienza energetica.
Pannelli che garantiscono prestazioni eccellenti, con il più alto potere isolante rispetto alla densità.
La lana pecora è l’unico isolante che riesce a neutralizzare gas tossici e formaldeide presenti nell’aria. Riesce a produrre benefici deumidificando e purificando l’aria.